sabato 17 aprile 2010

EI FU. CRONACA DI UN TRAMONTO TRISTE. é SEMPRE TRISTE QUANDO QUELLO A CUI TENIAMO DI PIù FA SEMPRE PIù FATICA AD ALZARSI MAN MANO CHE PASSANO GLI ANNI:

Ei fu.
Siccome immobile dato il mortal sospiro,
Stette “Carmelo” immobile freddo come una biro.
Così percosso e attonito Io a guardarlo sto muto,
pensando all’ultima ora Di piacer fatale;
né so quando un simile esemplare di lombrico siculo alla ricerca di passere su questa terra verrà.
Lui, folgorante nella sua bellezza mi guardò e tacque.
Io lo accarezzai ma Lui cadde, risorse e giacque,
di tante donne nessuna ora ne ha e rintanato nella sua mutanda tutto il dì sta. Vergin pulzelle e signore fascinose, fanciulle aggraziate e spose formose per ognuna di Lor si consumò ardente, bruciante, come un falò.
Dall’alpi al Danubio dal manzanarre al Reno a quel fiero fulmine non riuscivo a porre freno;
scoppiò dalla Sicilia fino in Danimarca orgoglioso delle sue conquiste, fiero come un monarca.
Fu vera gloria? Minchia se lo fu !
Ai posteri sol le celebrazioni per questo eroe a ciondoloni.
Il procelloso e inquieto figlio della terra dei ciclopi, cacciatore di patate, di passere, di tope, nato per raggiungere i suoi scopi tutto Ei provò:
campo di battaglia fu il suo letto vermiglio, baci, carezze, sguardi, estasi e anche qualche sbadiglio,
due volte in aereo e due volte in ascensore.
Tu, adesso, non fai nessuna piega. Ti guardo, t’accarezzo, ti faccio una sega.
Tu, famoso per la tua resistenza, oggi terrorizzato da una parola: impotenza.
Le passere scorrazzano in ogni dove ma tu volgi lo sguardo e ripensi al tempo che fu.
Poi un bel giorno il viagra apparì e da allora scorrazzi come i trascorsi dì

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